di Andrea Bonavita
Da Forlì nasce In Loco, il primo museo diffuso che mette in rete, con itinerari turistici a tema, i luoghi abbandonati della Romagna.
Tramandare la storia, ricordare, preservare le origini e le tradizioni fa parte della nostra cultura da sempre, dai graffiti nell’epoca preistorica fino alla pergamena e ora digitalmente sui vari cloud dispersi in qualche server connesso alla rete sparso per il globo. Ricordare le gesta umane fa parte di noi, del nostro essere più profondo. Ci permette di solidificare un ricordo, di dargli corpo e valore e una sorta di seconda vita.
Occuparsi del ricordo e della sua valorizzazione è quello che ha scelto di fare l’associazione Spazi Indecisi ormai da circa 10 anni. L’associazione forlivese sperimenta infatti dal 2010 interventi di rigenerazione urbana leggera, attraverso incontri ed eventi culturali che trasformano i luoghi in stato di abbandono in un campo di indagine e di ricerca per artisti, fotografi, architetti, urbanisti, paesaggisti e cittadini.
“Spazi Indecisi”, dice Francesco Tortori, uno dei fondatori, “non si occupa del ricordo in maniera semplicemente documentale ma propone una serie di contenuti multimediali che vanno dal video, alle mappe, alle app per smartphone che permettono visite guidate, ma libere, dei singoli spazi abbandonati o in via di recupero. Contenuti che consentono a chi si reca su quei luoghi di conoscere la loro storia, ascoltare le testimonianze di chi ci ha vissuto o lavorato, capire i fenomeni sociali che ne hanno motivato la costruzione e poi ne hanno determinato l’abbandono. L’associazione permette anche ai visitatori di contribuire in maniera attiva potendo proporre a sua volta spazi e luoghi abbandonati che abbiano un carico storico culturale degno di nota.” La summa di tutte queste iniziative ha dato vita a In Loco, il museo diffuso dell’abbandono, “il primo museo dell’abbandono in Italia senza pareti o cancelli, uno spazio di ricerca diffuso che racconta il territorio romagnolo, da Imola a Cattolica, attraversando con vari itinerari i suoi luoghi dimenticati.” Sono sette infatti gli itinerari proposti.
L’associazione Spazi Indecisi sperimenta interventi di rigenerazione urbana che trasformano i luoghi in stato di abbandono in un campo di indagine e di ricerca, proponendo inoltre una serie di contenuti multimediali che permettono visite guidate.
Il primo si chiama DO.VE – I confini incerti di arte e abbandono. È un itinerario che lega arte contemporanea e luoghi in abbandono dell’entroterra romagnolo. Il risultato di un percorso nel quale nove artisti hanno indagato il potenziale estetico e narrativo di altrettanti luoghi abbandonati leggendoli in chiave contemporanea attraverso la creazione di opere multimediali negli spazi dismessi. Tra le tappe la chiesa del Santissimo Crocifisso a Meldola, la chiesa di Petrignone, i silos Martini e così via.
Lavori In (tras)Corso è un itinerario che rende omaggio ad alcuni tra i più importanti luoghi di lavoro della Forlì del Novecento tra cui l’Ex Eridania, Campostrino, la Fornace Maceri Malta, il Foro Boario, l’Arena Forlivese. Fa parte di questo itinerario anche il deposito delle corriere ATR dove, grazie alla collaborazione tra Spazi Indecisi, Città di Ebla, Comune di Forlì e ATR, è stato attivato il progetto ExAtr che trasforma l’edificio in un hub culturale e ospita il centro visite di In Loco.
Le architetture monumentali della Riviera, è un viaggio lungo la costa romagnola alla scoperta delle colonie e degli ospizi marini per l’infanzia costruiti o utilizzati dal regime fascista: imponenti architetture arenate sulla spiaggia, in contrasto con l’urbanizzazione sfrenata che le ha inglobate e, al contempo, isolate. Questo è Totally Riviera.
In Loco è il primo museo dell’abbandono in Italia senza pareti o cancelli, uno spazio di ricerca diffuso che racconta il territorio romagnolo, da Imola a Cattolica, attraversando con 7 diversi itinerari i suoi luoghi dimenticati.
Un’estate al mare – il mito senza tempo dell’estate in Riviera alla scoperta degli spazi che hanno contribuito a creare il mito dell’estate in Romagna. Un tuffo nel passato, per riflettere su come è cambiato il modo di fare vacanza e su quali sono le potenzialità future di un territorio che ha fatto dell’ospitalità la sua bandiera. Tra i luoghi dell’itinerario la mitica discoteca Paradiso di Rimini, la discoteca WoodPeker di Milano Marittima, Acquaria Park a Pinarella e altri.
Senti Ieri sono invece le storie di vita nella Romagna appenninica attraverso le memorie dei suoi abitanti, un itinerario escursionistico dedicato ai vecchi edifici in pietra, testimonianza di mestieri e vite che, dal dopoguerra in avanti, iniziarono a trasformarsi profondamente.
Darsena 3.0 è un attracco storico per il futuro tra mare e archeologia industriale, l’itinerario rende omaggio agli avamposti storici della produttività ravennate e alla darsena di Ravenna, luogo di sviluppo economico un tempo e oggi volano di crescita culturale.
Infine c’è Totally Terrae – Architetture totalitarie in Romagna. Un viaggio nell’entroterra romagnolo alla scoperta delle architetture costruite tra le due guerre mondiali, oggi in abbandono o interessate da progetti di recupero. Partendo dal progetto fotografico Totally Lost l’itinerario ci interroga sulle possibilità di dare una nuova vita a questo patrimonio dissonante. Tra i luoghi ci sono l’acquedotto di Spinadello, l’ex asilo Santarelli, la fabbrica aeronautica Caproni a Predappio e poi Villa Teodorani a Mercato Saraceno e Villa Muggia a Imola.
Articolo pubblicato su Forlì-Cesena IN Magazine 01/2020