di Cristina Lupinelli
Ph. Leo Mattioli
Quando il lavoro è impegnativo e richiede grandi energie, Enrico Fossa, socio dell’associazione Le Voci dei Libri, si ricarica leggendo.
Quando gli si chiede di definire ciò che per lui descrive l’essenza della lettura, risponde che è il suo potere di unire gli esseri umani. Classe 1971, Enrico Fossa è uno dei tanti soci appassionati – oltre che membro del Collegio dei Probiviri – de Le Voci dei Libri, associazione presieduta da Lucia Ferrati nata da un principio forte e chiaro: leggere è uno strumento di crescita civile. L’ingresso nell’associazione è dovuto all’incontro con Lucia, appunto, sua insegnante a un corso di lettura ad alta voce, che ha subito notato il timbro vocale solenne di Enrico e lo ha coinvolto nei suoi progetti. “Se ripenso a me bambino e adolescente, non mi vedo lettore: da piccolo i miei passatempi erano quelli classici maschili che non prevedevano la frequentazione di pagine scritte. Posso dire che la lettura è una passione adulta che si è fortificata con un crescendo progressivo negli anni. Hanno sicuramente contato nel consolidamento dell’amore per i libri l’esperienza universitaria con una laurea in sociologia e ancora la paternità, che mi ha fatto ritrovare in biblioteca per accompagnare le mie due figlie, oggi di 8 e 12 anni e già lettrici forti. Ma soprattutto con la lettura compenso l’intensità e la durezza della mia professione, e coltivo la speranza.”
Enrico è in Polizia da quando ha 19 anni e dal 2008 si occupa di vittime vulnerabili tra cui donne e minori maltrattati o perseguitati, un ruolo che lo porta a gestire contesti relazionali divisi per sanare distanze e situazioni complesse di separazione. “Il lavoro mi ha portato a sviluppare una forte capacità empatica,” continua, “e, per contrapposizione a ciò che vivo quotidianamente, mi ha fatto approdare alla lettura perché pratica capace di avvicinare le persone, anche le più diverse per estrazione sociale, vissuto e conoscenze. Ovunque si legge ad alta voce – modalità potentissima di stare insieme –, chi ascolta si trova proiettato nello stesso mondo, quello evocato dal libro, e accomunato dalle emozioni universali messe in circolo dalle storie lette.”
E a proposito di condivisione, Enrico ha un sogno: realizzare un piccolo teatro all’aperto da aprire alla comunità, tra gli ulivi della casa sul San Bartolo che sta ristrutturando proprio ora. Chissà, magari potrebbe pure capitare di avere tra il pubblico delle letture i teneri caprioli, ospiti frequenti della zona.
Articolo pubblicato su Pesaro IN Magazine 01/2020