di Anna De Lutiis
Ph. Massimo Fiorentini
Grazia Simoncelli e Nicoletta Rustici sono accumunate da una dolce passione, quella per il cioccolato, materia con la quale creano opere e sculture. Pochi mesi fa anno inaugurato a Ravenna il loro Atelier Cioccolato Creativo.
Capita a volte, nella vita, che due persone si incontrino per caso e capiscano subito di poter fare qualcosa di interessante insieme. Questo è successo a Grazia Simoncelli e Nicoletta Rustici. Entrambe coinvolte nello stesso campo lavorativo con provenienze diverse, accomunate dalla passione per l’arte, da realizzare anche con l’elemento che avevano a portata di mano: il cioccolato. Pochi mesi fa, prima che scoppiasse la pandemia correlata al Covid-19, hanno inaugurato il loro Atelier Cioccolato Creativo in via Tombesi Dall’Ova 47, a Ravenna. Il locale è piccolo e le pareti sono tappezzate dai quadri che hanno realizzato nel loro percorso. Ci sono in giro anche sculture, oggetti in stile giapponese, tutte rigorosamente realizzate in cioccolato. Una scala a chiocciola porta nel soppalco che servirà come laboratorio per le scuole e per le associazioni.
Grazia e Nicoletta, come avete iniziato?
“Quasi per scherzo ma, ben presto, ci siamo rese conto di quanto il cioccolato fosse una materia viva, duttile e plasmabile. Così, dopo aver creato alcune statuette abbiamo iniziato a realizzare anche quadri e mosaici.”
Nicoletta, per lei l’inizio di questa esperienza ha fatto seguito alla decisione di cambiare lavoro…
“Sì, avevo una gelateria dove già dipingevo quadri sui semifreddi. Poi mi sono formata come tecnico dimostratore di semilavorati per pasticcerie, nel laboratorio dove lavorava Grazia. Avevo frequentato il Liceo artistico e conservavo da sempre la passione per l’arte. Ho trovato in Grazia un’ottima compagna di viaggio.”
Non è una scelta insolita quella di realizzare opere con il cioccolato?
“Le opere esposte,” spiega Nicoletta, “sono vere e proprie opere d’arte contemporanea, da guardare, ammirare e incorniciare. Non sono da mangiare. E questa è una cosa che spesso stupisce chi vede i nostri lavori per la prima volta. A differenza di quanto si possa pensare, infatti il cioccolato si conserva a lungo.”
Sorge spontanea una domanda: ma il cioccolato non si scioglie?
“Il burro di cacao si asciuga col tempo, diventa solido. Può presentare, durante l’inverno, una traccia di umidità che con il caldo scompare. Insomma, un quadro può avere una lunga durata. Al momento stiamo facendo esperimenti. Il cioccolato sembra un materiale poco adatto alla scultura ma non è così. Abbiamo studiato le varie tecniche di lavorazione: è una materia viva, reagisce in modo differente agli stimoli. Per scolpire usiamo forchette, coltelli, qualsiasi cosa riusciamo a reperire. Avendo deciso di stabilirci con l’Atelier a Ravenna, abbiamo voluto cimentarci anche in mosaici: ci vuole molto tempo e pazienza ma il risultato è fantastico.”
“Ci siamo rese conto di quanto il cioccolato fosse una materia viva, duttile e plasmabile. Avendo deciso di stabilirci con l’Atelier a Ravenna, abbiamo voluto cimentarci anche in mosaici: ci vuole molto pazienza ma il risultato è fantastico.”
Incuriosiscono gli oggetti di stile giapponese. Come mai vi siete dedicate anche a oggetti ornamentali di questo genere?
“Li abbiamo creati,” rivela Grazia, “per partecipare a una mostra di arte giapponese. Per l’occasione abbiamo provato a fare i primi quadri usando la spatola, adottando la stessa tecnica che dal blocco di marmo, con lo scalpello, fa emergere una scultura.”
Quali sono gli eventi che, ad oggi, vi hanno dato maggiore soddisfazione?
“Il nostro percorso ci ha portato a realizzare un progetto che studiavamo da tempo, grazie all’incontro con Giuliano Alessandrini titolare della Italian Chef Academy di Roma, durante i campionati mondiali di cioccolato a Milano. Abbiamo realizzato due primati: il quadro più grande, lungo 190 cm per un’altezza di 90; e quello più piccolo, l’identica copia del primo ma mignon, lungo appena 15 cm e alto 7. Entrambi sono in mostra permanente alla Italian Chef Academy di Roma.”
Importante è, senza dubbio, l’incontro con un artista internazionale come il colombiano Fernando Botero. Come è avvenuto?
“Nel 2016 siamo entrate in contatto con alcuni organizzatori della personale di Botero, che avrebbe esposto le sue opere a Parma. In quell’occasione abbiamo voluto omaggiare l’artista con due sculture in cioccolato bianco ispirate alle sue creazioni. Le due opere hanno suscitato la curiosità e lo stupore di tutti, tant’è che ci è stato chiesto di riprodurre la sua famosa ballerina in grandezza naturale, qualcosa come 60 kg di cioccolato. Non è stato semplice e non siamo riuscite a finirla prima della fine della mostra, ma poco dopo si è presentata l’occasione giusta dal momento che Botero faceva la regia di un’opera che andava in scena a Busseto. Lì, l’artista, ha trovato esposta la nostra ballerina, rotonda come le sue opere e invitante in quanto realizzata in cioccolato. I tanti complimenti ricevuti ci hanno regalato una grande emozione.”
Ora che stiamo ritornando a una nuova normalità, avete delle novità?
“Possiamo dire con orgoglio che è stata accettata la nostra candidatura al premio internazionale annuale Luxembourg Art Prize, organizzato dal museo La Pinacothèque nel Granducato di Lussemburgo. Siamo state scelte per esporre le nostre opere e speriamo di arrivare fra i finalisti. Proprio ora poi, nel mese di luglio, partecipiamo alla XI Musiwa Contemporanei Art al Chiostro San Marco in Santa Croce a Firenze, con sei opere di cui una legata a Raffaello. In giugno, siamo state a Roma in occasione della presentazione dell’Atlante di Arte Contemporanea 2020, pubblicato dalla De Agostini, dove siamo state inserite. Sarà distribuito in musei e gallerie d’Arte e alla Biennale di Venezia.”
Le due instancabili amiche cioccolataie intendono inoltre attivare un laboratorio per le scuole e per le associazioni, per insegnare quanto si può realizzare con questo elemento affascinante e duttile: il cioccolato.
Articolo pubblicato su Ravenna IN Magazine 02/2020