tratto dalle guide della collana “52” e “Una terra da scoprire”
Solitudine e silenzio, raccoglimento e natura, ma anche storia e folklore. Andiamo alla ricerca di luoghi dello spirito in Romagna, dove ricaricare le energie e rientrare in contatto con il proprio mondo interiore.
Il santuario della Madonna di Saiano, nel cuore della Valmarecchia, è meta di pellegrinaggi, soprattutto di donne incinte, che sorge su un alto sperone di gesso con la sua torre. Percorrendo il sentierino accanto alla chiesa, si giunge a un terrazzo che guarda tutta la vallata: qui una statua della Madonna si sporge sullo strapiombo ad abbracciare la vallata. La porta di ingresso della piccola chiesa è stata scolpita da Arnaldo Pomodoro, e all’interno si trova una statua in gesso del XVI secolo, una Madonna con il bimbo seduto sulle ginocchia: questo è l’elemento che più rappresenta lo spirito del luogo. È una statua di derivazione popolare, povera, nonostante raffiguri la Madonna con veste dorata e corona. Ed è proprio questa semplicità che dà la cifra dello spirito che aleggia in queste vallate.
Antichi campanili svettano sulla pianura ravennate, sullo sfondo il profilo delle colline che, nelle giornate terse, si stagliano nitide come una quinta teatrale. Qui, le pievi raccontano storie di un arcano passato medievale. Fra i campanili delle pievi ravennati, uno dei più eleganti è senza dubbio quello della pieve di S. Cassiano in Decimo a Campiano. Oltre al valore architettonico, la sua notorietà è dovuta alla celebre “Bartolla”, una statuina romana di Venere, dea della fertilità, incastonata nella muratura, simbolo del paese e protagonista di leggende, come quella che la vorrebbe indicare un tesoro rintracciabile attraverso l’ombra proiettata dal campanile in determinate notti di luna piena.
Percorsi che ci portano alla scoperta di chiesette e basiliche, statue e antichi campanili: itinerari nel cuore della Valmarecchia, tra le pianure ravennati e la Valle del Savio, e dentro il parco nazionale delle Foreste Casentinesi.
Lungo la Valle del Savio, i segni del ’400 fiorentino si accostano alle memorie storiche del paese e alle tradizioni secolari nella Basilica dell’Assunta a Bagno di Romagna. Entro la terza cappella di sinistra si trova l’immagine della Madonna del Sangue, provvista del titolo di miracolosa: si tratta di una xilografia quattrocentesca raffigurante la Vergine col bambino reggente la sfera su cui è raffigurato un paesaggio dominato dal castello. Nei secoli, la basilica ricevette dipinti inviati dalle autorità fiorentine. La chiesa accoglie anche manufatti scolpiti.
C’è un’antica strada selciata che porta al Poggio e all’Abbazia di San Benedetto, attraversata – pare – da Dante Alighieri in viaggio verso Firenze, e ancora oggi la si può percorrere solo a piedi. Chiesa, chiostro e cripta di questo complesso incastonato al confine Tosco-Romagnolo sono antichi e suggestivi. La strada parte nei pressi di piazza XXV aprile, nell’abitato di San Benedetto in Alpe, ultimo paese romagnolo prima del Passo del Muraglione e delle terre di Toscana. Si cammina nella salita di via Dante Alighieri, indicata dalla segnaletica della Via Crucis. L’Abbazia, solitamente aperta ai visitatori, sorge nella parte bassa del borgo Poggio, affacciata sulla valle. Si può raggiungere il cortile interno, con una vista panoramica sulle montagne. Oltrepassato l’abitato di Poggio, scendendo a sinistra per la strada che esce dall’abitato si arriva al bivio dove si tiene la destra verso Marradi: siamo all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. In corrispondenza di una svolta a destra si incontra, sul lato opposto, il sentiero che scende verso la valle dell’Acquacheta.
Articolo pubblicato all’interno dello Speciale Romagna dei numeri 2/2020.