di Silvia Sinibaldi
Ph. Laura De Paoli

MauroFradeani

Mauro Fradeani rappresenta l’eccellenza dell’odontoiatria internazionale ed è relatore per prestigiose accademie. Il suo studio di Pesaro è punto di riferimento per vip e migliaia di dentisti in tutto il mondo.

Entrando nel suo studio, a Pesaro, ti pervade un senso d’accoglienza sprigionato dall’atmosfera di cordialità diffusa tra il dottor Mauro Fradeani e le persone che lavorano con lui, dentista per caso con una carriera di giornalista sportivo arrivata fino alla proposta di praticantato alla Rai e poi accantonata. “Mi ero laureato in medicina, i miei genitori avevano fatto sacrifici importanti perché io e mio fratello studiassimo. Ho pensato fosse giusto così,” racconta. “Dentista per caso? Certo, era estate e un amico informatore farmaceutico mi portò con sé a consegnare dentifrici a un dentista. Lo osservai mentre lavora intorno a un minuscolo perno per ricostruire un dente e per la prima volta mi accorsi che c’era qualcosa di molto stimolante in un universo del quale non mi ero mai interessato.”

Il resto lo fanno la sua capacità di appassionarsi e la sua determinazione. Due peculiarità che ritorneranno ogni volta nelle grandi e nelle piccole scelte della sua vita. Uno spirito che tende all’eccellenza, una di quelle rare alchimie per cui è ragionevole ritenere che qualsiasi professione Mauro Fradeani avesse scelto l’avrebbe praticata al meglio.

E per questo ci vuole un po’ di audacia, la capacità di reinventarsi per puntare in alto, la forza di fare tutti i sacrifici necessari per arrivare all’obiettivo. Così a 34 anni ha uno studio avviato e il primo Porschettino, acquistato usato ma pur sempre un mito. Scorribande da Ancona a Pesaro dove si fa subito un bel numero di amici e di clienti – anche sua moglie è pesarese e a Pesaro lo ha riportato – fino a quando entra in contatto con un gruppo di giovani colleghi che si formano accanto a un luminare dell’odontoiatria. “Parlavano tutti un inglese fluente mentre io, che ho studiato francese e tedesco, non spiccicavo una parola.” Condizione imbarazzante nella sostanza e nella forma e secondo il mood Fradeani meritevole di un intervento drastico. Decide di studiare l’inglese. Non proprio studiare. Chiude infatti il suo studio, vende il suo Porschettino e vola a Boston per una full immersion, più spartana che francescana, nell’inglese.

Capacità e determinazione sono le peculiarità che ritornano ogni volta nelle grandi e piccole scelte di vita di Fradeani: come quando decide di chiudere tutto e volare a Boston diventando nel tempo uno dei relatori più richiesti. 

“Mi sono chiesto tante volte che diavolo avevo fatto. Una gran solitudine, l’essere comunque tagliati fuori da una comunità che più che parlare una lingua si affida a un intraducibile slang. Ho pianto più di una volta mentre mi guardavo bruciare tutti i risparmi (pochi) della mia breve vita lavorativa, in un posto estraneo, vittima di una nostalgia pungente.”

Mentre studia tutto il giorno e la sera si vede con studenti e insegnanti per fare pratica, trova il modo di prendere contatti con il suo ambiente professionale e la faccenda va a finire che in poco tempo diventa uno dei più richiesti relatori ai congressi internazionali e riceve il prestigioso incarico di Associate Visiting Professor alla Louisiana State University di New Orleans (1998-2008). 

“Il segreto è non fermarsi, non avere paura, buttarsi. A distanza di anni, dopo aver parlato tanto in inglese e in consessi molto specifici sono certo di commettere ancora qualche errore ma saper dosare le pause, saper fare una battuta, ti aiuta a superare ogni ostacolo.”

Un po’ la capacità istrionica del radiocronista sportivo. “Ah certo, quell’esperienza mi ha formato tantissimo. All’epoca avevo problemi di timidezza acuiti dal fatto che soffrivo di balbuzie. Alla radio è sparito tutto. Lavoravo a Radio Conero, avevo il mio pubblico e lentamente si creò la fila per venire a parlare al mio microfono. Sono stati anche anni divertentissimi in cui, per allestire una telecronaca, si entrava nelle case a ridosso degli stadi e capitava anche di dover combattere con un duplex. Era tutto un’avventura e credo che in quegli anni il nostro modo di raccontare partite e dare voce al mondo del tifo, dei dirigenti, degli allenatori e soprattutto dei giocatori, ha segnato una nuova stagione arrivando a svecchiare anche la Rai.”

Nello studio di Mauro Fradeani, per uscire dall’area accoglienza, si indossavano copri calzari molto prima del Coronavirus. Anche la geografia del suo grande spazio di lavoro disegna un percorso professionale che non rinuncia mai all’aggiornamento costante e alla diffusione del sapere. E nell’ampia zona dedicata alla didattica e alla pratica ti accoglie una bella cucina, al centro un grande tavolo dove trovare spazi e momenti comuni. Cifra non certo scontata in un luogo di lavoro.

Fradeani è circondato da professionisti accuratamente selezionati: la sua segretaria gli è al fianco dal 1987 e ciò che accomuna chi ogni mattina sale le scale del palazzo patrizio, che si affaccia sul corso cittadino, è l’orgoglio di fare parte della squadra.

Sposato con Alessandra, padre di Giorgia, Fradeani rivela i suoi affetti profondi nel citarne frequentemente ruoli, episodi, tenerezze e allora ti prende una sorta di invidia quando nella sobrietà del suo ufficio ti cade l’occhio sulla scrivania e noti due grossi volumi sull’estetica in odontoiatria di cui è autore. Ma quando trova il tempo di scrivere? “Quando ho affrontato queste due prove (2004 e 2007) mi mettevo al lavoro tutte le sere fino a tardi.” Due corposi volumi (“per alcuni fanno arredamento”) che un editore internazionale ha curato e che attualmente sono stati tradotti in 12 lingue, costantemente rieditati e presenti nella maggioranza delle Università mondiali.

Il suo studio è un punto di riferimento non solo di vip, manager, dirigenti, uomini e donne di potere, “ma anche persone comuni che non possono prescindere dal biglietto da visita che è una bocca pulita e risanata,” spiega il dottor Fradeani.

“Fortunatamente il profumo della carta stampata ha ancora il suo fascino.” In realtà Fradeani, per esempio nel primo libro, propone un’analisi estetica del lavoro odontoiatrico che è una legge eterna almeno fino a quando non arriveranno i marziani a cambiarci i connotati. E per questo ha un valore al di là del tempo. Ovviamente c’è un terzo volume in uscita.

Non chiedetegli chi sono i suoi clienti famosi, perché essendo davvero punto di riferimento per vip, big e top non ama parlarne, non solo per una questione di privacy ma anche per le leggende metropolitane che una clientela facoltosa può alimentare. Fradeani non ha peli sulla lingua: “Per scelta, per aver preferito mantenere il mio studio a Pesaro e non in altre metropoli (dove per altro ha lungamente lavorato, N.d.R.), la mia vita professionale e soprattutto quella dei miei collaboratori non può essere confinata ai grandi interventi a cui si sottopongono le persone che vogliono proprio me ma deve essere supportata dalla normale amministrazione. Ovvero da quelle operazioni di prevenzione e cura a cui tutti dovremmo sottoporci. A partire dall’igiene dentale. Anche se i clienti che voi chiamate vip creano un’allure di irraggiungibilità; per dirla chiara, nel mio studio curare una carie costa come negli altri ambulatori. Ovviamente quelli che garantiscono la professionalità e le condizioni di sicurezza che assicuriamo noi. E mi lasci svelare un segreto: chi si imbarca in un lavoro di ricostruzione completa della propria bocca no sono solo manager, dirigenti, uomini e donne di potere, ma anche persone comuni che non possono prescindere dal biglietto da visita che è una bocca pulita e risanata.”

Mi spiega, lei che è un esperto, perché quando in agenda c’è l’appuntamento con il dentista siamo tutti inevitabilmente agitati?

“Perché una persona stesa in un lettino a bocca spalancata, che percepisce come amplificato ogni movimento che avviene all’interno della sua bocca senza poter vedere nulla, non sempre è serena. Una volta forse era il dolore che si provava ma oggi è un elemento cancellato. Ormai possiamo disporre di tecniche minimamente invasive che ci permettono di trattare anche l’intera senza provocare alcun fastidio, eliminando a volte persino l’anestesia.”

La visione di questo futuro stimolata da un piccolo perno è ciò che ha motivato Mauro Fradeani. Ma nessuno di noi sa fino a dove si è spinta la sua premonizione. Magari fino a cancellare la paura del dentista. 

Articolo pubblicato su Pesaro IN Magazine 01/2020

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